Roma, 26 ottobre 2020 – “Un protagonismo municipale che coinvolga gli stessi cittadini è un punto fondamentale per riformare il ciclo dei rifiuti di questa città. Ma non si può prescindere da un’ambizione industriale attorno a questo tema. Ad esempio, so che Eni sta ragionando per ottenere biocarburanti dai rifiuti organici e mi domando se non ci sia uno spazio anche per noi, per la nostra città, in questo contesto”. Così Giovanni Caudo, presidente del III Municipio e candidato alle primarie per il centrosinistra per Roma 2021 nel corso del webinar promosso questa mattina dalla campagna Deliberiamoroma.
“Dobbiamo uscire dai limiti di Ama: così com’è non è riformabile” chiarisce Caudo. “Molti dei dirigenti bravi se ne sono andati nell’ultimo anno e c’è’ un quadro dirigenziale da mettere a punto. Ma abbiamo bisogno anche di altro, come avere un’ambizione industriale. Mi rendo conto, però, che è difficile ragionare in maniera seria su questo tema e ancora di più sull’impiantistica quando manca la fiducia nelle istituzioni.
Un esempio è dato dalla questione del TMB Salario, prima e dopo l’incendio. Ancora oggi non sappiamo quale sarà il destino di quell’area per la quale, insieme al precedente Cda di Ama, avevamo cominciato a lavorare per una sua positiva trasformazione. Oggi, invece, è tutto fermo.
Non solo, su quell’impianto le istituzioni hanno detto bugie ai romani per anni. Come quando la sindaca Virginia Raggi e Pinuccia Montanari di fronte ai cittadini che si lamentavano per i miasmi li accusarono di avere una iper-sensibilità olfattiva poiché non era vero che l’aria era irrespirabile.
La gestione dei rifiuti è una questione complessa che necessita di una gamba sociale e di una industriale. E’ vero che spesso c’è ostilità da parte dei cittadini ma possiamo anche intercettare dei sì, come nel caso del piano dei siti di Trasferenza che non so più che fine abbia fatto: nel III municipio avevamo trovato un’area alternativa a quella precedentemente proposta da Roma Capitale e l’avevamo trovata coinvolgendo le persone del territorio.
Il punto è –conclude Caudo – cosa vogliamo fare coi rifiuti. Possiamo creare filiere a km 0, riciclando e riusando qui. Ma occorre la volontà. Bisogna passare dal dove li metto i rifiuti a cosa ci faccio con i rifiuti.
È necessario ribaltare il modo in cui a Roma guardiamo alla spazzatura: da problema a risorsa. Bisogna partire da cosa voglio ottenere dai rifiuti e poi mettere in ordine la filiera a ritroso dagli impianti alla raccolta alla cura che i cittadini devono mettere nel separarli”.