Due temi per parlare con la città. Contributo al tavolo del centrosinistra

Roma, 27 ottobre 2020 – Il tavolo del centrosinistra si è costituito con l’intenzione di diventare un interlocutore della città e per la città. Un interlocutore politico per le tante energie che attraversano le strade di Roma e si coagulano in forme diverse di associazionismo e di partecipazione e che costruiscono la città verde, solidale, dell’innovazione, dei lavori, delle culture e dell’integrazione. L’apertura del tavolo alle realtà vive del territorio e il suo allargamento consentono di realizzare un ponte, il più diretto possibile, tra il percorso dell’elaborazione elettorale che ci impegnerà nei prossimi mesi e quello della vita reale dei cittadini.

Suggerisco due temi, al momento niente di più di due titoli dentro cui mi auguro che ognuno di noi possa portare il proprio contributo concettuale e operativo:

  • “La Città che cura
  • “La Città che lavora”.

La Città che cura

Riguarda i temi del welfare di comunità, della complessa rete dei servizi sociali e il modo in cui operare, mentre la pandemia sta aumentando le disuguaglianze, per ridurle e tendere una rete di protezione a partire dagli ultimi ed evitare che altri scivolino verso il basso. Si tratta di tenere assieme l’esigenza di una profonda ristrutturazione dei servizi sociali di Roma da avviare nella prossima consiliatura con le proposte e le soluzioni che già oggi possiamo attivare o chiedere che si attivino. Come attutire l’impatto socio economico della pandemia sulle vite delle romane e dei romani. L’esito potrebbe essere un documento integrato per la coesione sociale a Roma.

La Città che lavora

Questo secondo tema è complementare al primo e riguarda come costruire ricchezza a Roma. Roma non può vivere solo di assistenza e di solidarietà per fasce di popolazione che si stanno sempre più ampliando, c’è bisogno di creare ricchezza e di distribuirla con l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze.
Quali sono i settori economici che possono interpretare in concreto il futuro della città nel creare lavoro e innovazione? Sarebbe il caso ad esempio di chiedersi in che modo fare rete tra settori già esistenti per irrobustirli, per renderli più forti e ampliarne la rilevanza non solo locale, ma nazionale e internazionale. Come la frontiera della green economy e dell’economia circolare si possono applicare nel tessuto della nostra città e in che modo le opportunità di nuove risorse economiche provenienti dall’Europa (Next generation Europe) possono essere convogliate verso un complesso programma di ridefinizione del modello di sviluppo della città?

La Città che cura e la Città che lavora sono solo due titoli da articolare in eventi in cui la formula potrebbe essere quella dell’ascolto, della testimonianza e della proposta. Ogni incontro dovrebbe vedere una fase di ascolto di associazioni e di esperti che inquadrano le questioni rilevanti, una seconda fase con testimoni che operano dentro le questioni che vengono trattate e infine dovremmo portare a sintesi alcune proposte, quelle ritenute più strategiche e rilevanti.

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